La vitamina D è incredibile. Svolge molteplici funzioni importanti anche a favore dei nostri piccoli. Andiamo ora alla scoperta di questa vitamina, del perché è tanto essenziale e come può beneficiare i nostri bambini.
Ormai, fin dalla nascita e per circa un anno, i nostri figli assumono integratori di vitamina D per neonati e bambini. Sul gruppo Le mamme di Mestiere Mamma si è parlato spesso di questo argomento. La domanda più frequente è: ma siamo sicure che sia necessario dare delle gocce di vitamina D ad un neonato?
Le mie figlie l’hanno assunta regolarmente, perché il pediatra ci spiegò per bene ogni cosa riguardo questa vitamina speciale e sinceramente vi invito a darla ai vostri bambini seguendo tempi e dosaggi prescritti. Avere una carenza di vitamina D da bambini potrebbe creare dei problemi importanti e dunque è meglio non rischiare.
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Nonostante il suo nome, la vitamina D non è una vitamina ma un ormone. È un ormone che promuove l’assorbimento del calcio nel corpo. Una sua carenza, sia nei bambini che negli adulti, può portare a diverse patologie. Ecco perché è un alleato così prezioso della salute umana.
Le linee guide che la maggioranza dei paesi del mondo seguono, rispetto ai livelli necessari di vitamina D, sono state stabilite nel tentativo di combattere il rachitismo a metà del XX secolo. Sappiamo, infatti, che bassi livelli di vitamina D riducono i livelli di calcio nel corpo, il che porta a una diminuzione della densità ossea e può causare rachitismo, in particolare nei neonati e nei bambini.
Da studi recenti si è venuti a conoscenza che, una bassa percentuale di vitamina D nel sangue, può causare anche debolezza muscolare e affaticamento. La vitamina D, infatti, può aiutare a rafforzare e regolare il sistema immunitario eliminando i batteri.
La sfida, per tutte le mamme che desiderano crescere in salute il proprio bambino, è che, a parte alcuni alimenti come il pesce azzurro, la vitamina D è difficile da trovare nella dieta media. Tuttavia, mamme non disperate: abbiamo un alleato. È risaputo da tempo che, in presenza di raggi “ultravioletti B“, la nostra pelle, e quindi anche quella dei nostri bambini, può produrre tale ormone. Quindi mamme tanto sole per i vostri bambini!
Alla nascita, i bambini hanno una quantità limitata di depositi di vitamina D ricevuti dalla madre durante la gravidanza. Dopo la nascita, la vitamina D può essere attinta dal bambino attraverso il latte materno e attraverso integratori.
Sembra esserci condivisione da parte degli scienziati di tutto il mondo sul fatto che i neonati siano ad alto rischio di carenza di vitamina D. Per questo raccomandano l’allattamento al seno come forme di prevenzione primaria della carenza di vitamina D e del rachitismo.
La vitamina D è necessaria per mantenere la salute del calcio e delle ossa nel sangue. Le conseguenze, come già si è detto, della carenza di vitamina D nell’infanzia si manifestano classicamente come ossa malformate morbide (rachitismo), convulsioni dovute a basso livello di calcio nel sangue e difficoltà respiratorie. Si ritiene inoltre che la carenza di vitamina D aumenti il rischio di altre malattie tra cui il diabete di tipo 1 più tardi nell’infanzia.
Considerate che anche la famosa fontanella, ha bisogno di una buona funzione ossea per chiudersi nei giusti tempi. La vitamina D aiuta anche questa fase di crescita del cranio nei nostri bambini.
Come si diceva, la vitamina D può anche essere prodotta nella pelle del bambino se esposta alla radiazione solare ultravioletta beta. Ci sono però degli ostacoli che ne limitano la produzione. Vediamo quali.
Qual’è dunque il modo opportuno per esporre i nostri bambini al sole senza che ne vengano danneggiati? In generale sono sufficienti circa 10-15 minuti di esposizione della pelle al sole (viso, braccia, schiena o gambe – senza crema solare -) circa tre volte alla settimana per produrre abbastanza vitamina D.
Il fatto che i pediatri consiglino l’assunzione di integratori di vitamina D durante il primo anno è perché un neonato, soprattutto se ha la pelle molto chiara, non può essere esposto al sole diretto per 14 minuti. Dopo l’anno i bambini, giocando sotto il sole, potranno tranquillamente restare esposti ai raggi solari per massimo 3 minuti, e dopo sarà necessario ed importante proteggerli con una buona crema solare e mantenerli freschi e con la testa protetta.
Mi raccomando scegliete sempre creme solari bio, con filtri fisici, non tossiche e sicure per la pelle e per l’ambiente. Leggete l’articolo della lista di tutte le marche di creme solari bio con ottimo INCI.
Il fatto che i raggi ultravioletti del sole, quando interagiscono con la pelle, provocano una reazione biochimica che culmina con la produzione di vitamina D, suggerirebbe che la pelle agisca come un pannello fotovoltaico. La differenza è che invece di trasformare l’energia del sole in elettricità, la nostra pelle trasforma i raggi solari in vitamina D.
Questo porta a chiederci: allo stesso modo in cui alcuni impianti solari fotovoltaici hanno una batteria che immagazzina energia da usare nei periodi in cui la luminosità non è sufficiente, possiamo immagazzinare parte della vitamina D sintetizzata nei periodi più soleggiati? La risposta è sì. La vitamina D viene immagazzinata per mesi, dopo l’estate, nel corpo umano.
Non è semplicemente straordinario? Quindi, mamme premurose e attente, fate in modo che i vostri bimbi possano immagazzinare questa preziosa vitamina nei mesi estivi per poterla poi utilizzare durante il lungo e freddo inverno. Cresceranno in salute e forti!