Devo essere onesta: provo sempre una certa invidia quando ascolto i racconti di altre mamme che parlano con grande serenità del periodo dell’allattamento. Per me non è andata così bene: in entrambi i casi, l’allattamento non è stata una passeggiata ma ce l’ho messa tutta e ho acquisito un po’ di esperienza a riguardo.
Per questo spero che la recensione del tiralatte Medela elettrico possa essere utile a tutte le neomamme che per vari motivi hanno delle difficoltà con l’allattamento. Per maggiori dettagli sui problemi successivi all’arrivo del vostro pargoletto, vi rimando al mio articolo sulle 10 cose che non vi hanno detto sul post parto.
Attraverso la mia storia vorrei aiutarvi a capire meglio l’allattamento, pur non essendo un’ostetrica:
Pur essendo una sostenitrice dell’allattamento materno credo sia più importante che la mamma stia bene fisicamente e psicologicamente. Il consiglio più sincero è di cercare aiuto, qualora vi sentiste troppo stressate e comunque di non smettere di attaccare il vostro piccolo alle prime difficoltà.
L’allattamento è uno dei primi scogli da superare per molte mamme ma veder crescere un figlio col proprio latte regala una gioia immensa.
La Medela è un’azienda Svizzera specializzata in soli articoli per l’allattamento. Per questo motivo, i suoi prodotti risultano essere i migliori sul mercato. Ho provato sulla mia pelle, o meglio sul mio seno, le potenzialità del tiralatte professionale.
Nonostante lo stress di un parto cesareo prematuro e d’urgenza, ho avviato l’allattamento in un solo giorno. Questo tiralatte ha un costo molto elevato e a me è stato fornito dalla clinica in cui è nata Susanna. L’ho usato per otto giorni, durante il ricovero, e il latte scendeva a fiumi.
I due prodotti di cui vi parlerò sono i tiralatte dedicati all’uso domestico. Il risultato non ha nulla da invidiare a quello professionale e sia il vostro seno che il vostro bambino vi ringrazieranno. Ma prima di tutto voglio parlarvi della mia esperienza…
Come consigliato da libri, ostetriche, ginecologi e chi più ne ha più ne metta, ho attaccato la mia prima figlia circa un minuto dopo la sua splendida nascita.
Parto naturale, travaglio bellissimo grazie all’epidurale e post parto abbastanza liscio. Pur di avviare subito l’allattamento scelsi il rooming-in ed infatti dopo tre giorni arrivò la montata lattea.
Le ragadi fecero la loro comparsa già la mattina dopo il parto. Tutti mi dicevano che sarebbero passate entro massimo un mese e invece il mio seno ha continuato a spaccarsi per tutto l’allattamento anche se in maniera meno frequente.
Avevo molto dolore ma non ho mollato, ci tenevo tantissimo ad allattare la mia piccola.
Il latte era abbondante e nonostante il malessere, ho continuato. Intorno al terzo mese i dolori aumentavano sempre più e ogni poppata era diventata uno stillicidio.
Piangevo e non sapevo più cosa fare: ho cercato più pareri, ho fatto una cura per la candida (senza la certezza di averla), ho preso l’antinfiammatorio. Non c’è stato nulla da fare: i miei dotti erano troppo infiammati per poter allattare ancora e così dopo 4 mesi decisi di smettere.
Ho sofferto moltissimo e ho pianto tanto ma ho dovuto staccare Alice dal mio seno e passare al biberon.
Durante l’allattamento il mio seno era sempre molto gonfio e a volte ho dovuto massaggiarlo e fare impacchi caldi per sciogliere gli ingorghi. Non ho mai avuto una vera e propria mastite ma ci andavo sempre molto vicina.
Comprai un tiralatte manuale per svuotarlo ogni tanto, al bisogno. Col senno di poi e con l’esperienza del secondo allattamento posso dire che forse con un tiralatte elettrico non sarei arrivata al punto di smettere. Non avrò mai la certezza di questo ma il dubbio mi resterà sempre e sempre ne soffrirò.
Due gravidanze ravvicinate aumentano il rischio di parto pre termine. L’ho provato sulla mia pelle.
La mia seconda figlia, Susanna, è nata a 35 settimane quando Alice non aveva ancora 16 mesi. Oltre a nascere prematura, Susy era anche molto piccola, solo 1,400 Kg.
Per un po’ è stata nutrita con il cateterino oltre che con il mio latte perché doveva prendere molto peso. Nonostante il cesareo d’urgenza, ho iniziato a tirarmi il latte fin da subito. Dopo un giorno avevo già molto colostro e poco dopo è arrivato il latte.
Tiravo, tiravo e tiravo perché faceva male vedere mia figlia così piccina. Ti senti in colpa, anche se non ne hai e cerchi di fare ogni cosa pur di sentirti dire dai medici che sta crescendo.
Come per la prima figlia, il latte era davvero abbondantissimo e al nido della clinica non è mai servito di ricorrere all’artificiale.
Durante i 42 giorni in cui Susanna è rimasta ricoverata, abbiamo provato (con l’aiuto delle ostetriche) tutti i giorni ad attaccarla la seno. Solo una volta ho avuto la soddisfazione di sapere che aveva preso 20 gr da me.
Insomma, mi sono impegnata molto ma Susy non ce la faceva a succhiare e alla fine non si è mai attaccata. Tuttavia, non ho mollato. Volevo che prendesse il mio latte. Per tre mesi si è nutrita solo di latte materno.
E’ stato faticoso e purtroppo anche in questo caso l’allattamento è terminato non per mancanza di latte. Stavolta è stato lo sfinimento a farmi cedere.
Tiravo il latte sette volte al giorno, anche alle 6 di mattina. Poi le davo il biberon, con tempi ovviamente lunghi perché era piccolina e non mangiava velocemente.
Dormivo poco e avevo anche Alice a cui dare le giuste attenzioni. Di aiuto in casa ne avevo pochissimo e la stanchezza ha vinto. Sono stata costretta a smettere di allattare.
Senza il tiralatte Medela non avrei mai potuto ottenere certi risultati. Se Susanna ha preso il mio latte per tre mesi è soprattutto merito di quell’aggeggio un po’ strano che però può fare la differenza.
Questa è la mia esperienza e purtroppo è stata molto, molto sfortunata. Ho amiche che hanno avviato l’allattamento senza l’ombra di una ragade.
Ne ho altre che hanno allattato il loro piccolo fino a due anni, senza la minima sofferenza. Vi dico questo perché non vorrei mai spaventare nessuna di voi riguardo l’allattamento.
Ho ricevuto in regalo questo tiralate quando ero ancora in clinica e senza di lui non credo che avrei potuto dare il mio latte a Susanna. Lei è nata molto piccolina e c’è voluto del tempo prima che avesse la forza necessaria alla suzione. Quando la forza è arrivata era troppo tardi perché si era abituata al biberon.
Usando questo tiralatte la mia piccola Susy si è nutrita solo del mio latte per quasi tre mesi. In seguito, causa troppa stanchezza per le nottate, il tempo da dedicare a tirare il latte e poi a darglielo, l’altra mia figlia Alice (di soli 16 mesi alla nascita di Susanna) da non trascurare, ho mollato ed ho iniziato con il latte in polvere.
Ma il mio seno era ben lontano dal non avere più latte. Insomma un regalo fondamentale per me e per la mia bimba.
Caratteristiche del prodotto:
Non so darvi un’opinione diretta di questo modello di tiralatte. Posso però dire che è la versione più completa di quello portatile. Anche il prezzo è un pochino più alto ma certamente sarà giustificato dalle prestazioni.
Se il modello mini mi ha permesso di tirare il latte per tre mesi senza mai avere problemi credo che con questo si possano fare davvero grandi poppate.
Caratteristiche del prodotto:
[divider style=”solid” margin_top=”20″ margin_bottom=”20″]
Nutrire e veder crescere i bimbi del vostro latte è qualcosa di atavico che vi darà la sensazione di essere delle specie di divinità. Buon allattamento a tutte!
Ps. Come sempre ribadisco che do risalto e recensisco positivamente solo prodotti, servizi ed oggetti che ho avuto modo di testare, utilizzare e che mi hanno aiutato lungo il mio percorso: è solamente il risultato delle mie avventure da mamma.
Per chi avesse voglia di confrontarsi e parlare di tutto ciò che gira intorno all’universo maternità, ho creato un gruppo di mamme su Facebook: Le mamme di MestiereMamma!
Vi aspetto lì!