Il sonno del neonato è uno dei problemi principali a cui una mamma deve far fronte. Diciamoci la verità, a parte casi davvero rari ed eccezionali, ogni mamma ha dovuto superare nottate difficili e momenti di stanchezza sfiancanti.
Soprattutto i primi tre mesi, in ogni casa in cui c’è un neonato, c’è anche un gran caos. Tra le poppate ravvicinate, l’allattamento che potrebbe non avviarsi facilmente, gli acciacchi del post parto… le neo mamme subiscono degli stress importanti.
Il cambiamento tra la vecchia e la nuova vita è netto e radicale e spesso accompagnato, come è naturale che sia, da una serie di insicurezze che riguardano la gestione della new entry. Quali sono le domande che tutte le neo mamme si fanno costantemente?
Queste sono solo una piccolissima parte di tutti gli infiniti pensieri che albergano nella mente di noi mamme. Poi c’è chi si è preparata durante la gravidanza, leggendo libri e chiedendo consigli e chi invece crede di poter affrontare tutto semplicemente seguendo l’istinto.
Come sempre credo che la verità stia nel mezzo e nell’affrontare tutto con buon senso. Fin quando non diventi mamma, potrai aver immaginato qualunque cosa ma la realtà sarà inesorabilmente diversa.
E allora come fare a regolarizzare il sonno del neonato? Sapevate che esistono delle figure professionali che aiutano le famiglie a gestire il bebé? Volete conoscere la mia esperienza e il mio metodo?
Prima di diventare mamma ho cercato di prepararmi bene al grande evento. Con questo voglio dire che ho cercato metodi, opinioni, esperienze di chi ne sapeva più di me. L’ho fatto sopratutto perché volevo avere una via da seguire che riguardasse un po’ tutti gli aspetti della cura e dell’educazione delle mie figlie.
Ho letto ed apprezzato molto il libro di Tracy Hogg al quale devo molto. Una lettura attenta del testo mi ha permesso di acquisire alcuni punti fermi da cui partire per essere una buona mamma. Essere una buona mamma vuol dire prima di tutto far sì che i nostri bimbi siano sereni e per far questo bisogna osservarli davvero, senza frapporre tra noi e loro una serie di concetti dati per buoni solo perché magari è tradizione far così.
Per esempio, mia figlia si innervosiva ad essere cullata. La Hogg lo diceva chiaramente nel suo testo ma poi alla fine ci cascai anche io. La sera la trasportavamo avanti e indietro per casa nella sua culletta per poi capire che lasciandola ferma lei si addormentava con più facilità.
Dopo aver avuto due bimbe posso dire che fare la mamma è un misto di capacità innate ed istintive e nozioni apprese attraverso consigli di specialisti e letture di approfondimento. Poi l’esperienza ha fatto la sua parte, per la seconda bimba, ma all’inizio c’è molto da imparare anzi tutto.
Se non avessi accolto i consigli di chi ha le competenze e l’esperienza sono certa che la mia vita da mamma sarebbe stata e lo sarebbe ancora molto più caotica. Ma soprattutto credo che le mie principesse non sarebbero state bimbe tanto serene.
Attualmente, la mia prima figlia che ora ha tre anni dorme nel lettone. Eh già, dopo tanto impegno è arrivato l’imprevisto. Fino ai due anni abbondanti ha dormito tranquillamente nella sua camera. Avevamo la nostra routine fatta di libri da sfogliare e commentare, un po’ di coccole e poi bacino della buonanotte e lei si addormentava da sola. Poi la sera di capodanno, il rumore dei fuochi d’artificio l’ha svegliata e si è talmente spaventata che non ha più voluto dormire da sola. Abbiamo continuato per più di un mese a seguire la routine delle ninne ma poi lei veniva da noi perché non riusciva a dormire. Insomma ha subito uno choc che se per noi può sembrare facilmente superabile, per lei è al momento ancora da risolvere.
Al contrario, la mia seconda bimba, di 22 mesi, dorme benissimo nel suo lettino e nella sua cameretta. Capita che si svegli e io o mio marito non manchiamo di andarla a coccolare o di metterci al letto con lei quando non riesce a riprendere subito sonno. Ma la sua routine è rappresentata dallo stare in braccio massimo 5 minuti, senza cullarla o toccarla troppo e poi via nel lettino.
Ho avuto amiche che mi consideravano un’aliena perché decisi, insieme a mio marito, di mettere le bimbe in cameretta prima dei tre mesi e perché non me le mettevo nel lettone. La differenza tra le nostre scelte e quelle di altri genitori sta nel fatto che noi ci siamo impegnati ogni giorno per dare alle bimbe un’autonomia che potesse giovare prima di tutto a loro. E’ ovvio che mi avrebbe fatto comodo averle nel lettone per la poppata notturna e invece io mi alzavo ogni notte.
Dare delle regole e degli spazi non significa abbandonare i figli, anzi vuol dire metterli nella condizione di percepire che la mamma e il papà ci sono sempre anche se non attaccati a loro. Quando mia figlia ha avuto bisogno di rassicurazioni maggiori e della nostra vicinanza è stata accolta fra di noi. Lo psicologo ci ha rassicurati di esserci comportati nel miglior modo possibile. Purtroppo per risolvere la paura di Alice potrebbe volerci ancora del tempo ma l’importante è che lei sia tranquilla e sono certa che presto riusciremo a riportarla nella sua camera. Ma solo quando sarà pronta.
Dunque non serve né far disperare i bimbi né cedere ad ogni richiesta. Se fin dai primi giorni si affronta tutto con tranquillità, evitando ansie e fermandosi a riflettere, sarà tutto più semplice seppur nella complessità. Il pianto del bambino non è sempre dettato dalla necessità di essere tenuto in braccio. Posso assicurarvi che mi è capitato molto spesso di vedere le mie figlie dimenarsi tra le mie braccia per poi improvvisamente calmarsi una volta messe nella culla. Insomma volevano solo starsene per conto loro e invece io mi ostinavo a tenerle costrette tra le mie braccia. La cosa più importante è creare una routine consolidata che faccia stare bene tutti. Può essere il bagnetto, la lettura, la musica, le coccole… Ma dovrà essere sempre la stessa perché i bambini hanno bisogno di certezze.
Le tate delle ninne sono delle esperte del mondo dei neonati. Spesso sono delle puericultrici che hanno creato la loro esperienza sia attraverso gli studi che tramite una lunga e quotidiana pratica in nursery ospedaliere, asili nido e consulenze private.
Di solito si rifanno tutte al metodo E.A.S.Y inventato da Tracy Hogg e descritto nel libro ‘Il linguaggio segreto dei neonati‘. Se volete leggere la recensione scritta da me, cliccate qui 😉
Anche la Hogg era una puericultrice e consulente privata ed ha dedicato parte della sua vita ad aiutare le famiglie in difficoltà con la gestione del neonato.
Il sonno è un aspetto fondamentale sia per la mamma che deve recuperare le forze e le energie, sia per il neonato. Un sonno regolare aiuta la crescita fisica e soprattutto lo sviluppo cognitivo. Ovviamente non si può pretendere che un bimbo dorma tutta la notte a soli tre mesi o che non abbia bisogno dell’intervento dei genitori per l’accompagnamento al sonno.
Queste consulenti dovrebbero intervenire proprio riguardo questo aspetto. Cioè: come fare ad abituare il neonato ad avere dei ritmi sonno veglia regolari. E soprattutto come fare a far addormentare il neonato in maniera serena e quanto più possibile ‘autonoma’.
Ovviamente tutto ha un costo e le tariffe non sono alla portata di tutti. Anche le opinioni sono controverse. Chi le ringrazia per aver dato un routine e chi non essendo riuscito a portare avanti le buone maniere delle ninne, grida alla truffa. Ma insomma, l’unanimità è difficile da raggiungere 😉
Credo che alcune mamme, che per carattere e per dinamiche familiari, si trovano ad avere delle reali difficoltà di gestione, potrebbero giovare delle vicinanza di una consulente. Chiaramente ci vuole impegno da parte di tutti, anche del papà per far sì che i consigli dati siano rispettati. Creare una routine è più semplice se si inizia fin da subito e se tutti rispettano le regole.
Due consulenti ormai famose in Italia sono Gabriella Delli Santi e Rondine De Luca. Entrambe garantiscono di risolvere i problemi del sonno dei neonati e di riportare equilibrio e serenità in famiglia.
Ho ripetuto più volte che il primo traguardo da raggiungere per un genitore è la serenità del figlio. Con la parola serenità racchiudo un serie di concetti che forse dovrei spiegare meglio. Allora, secondo il mio punto di vista ma non solo (psicologi, pediatri e puericultrici vi direbbero più o meno le stesse cose) un bambino sereno è:
Ci sarebbe ancora moltissimo da dire riguardo l’importanza di riflettere sempre a fondo prima di agire con i propri figli. Perché loro assorbono davvero tutto e un nostro comportamento sbagliato potrebbe divenire con molta facilità un’abitudine radicata per loro.
Diciamola tutta, i bambini non sono mai sbagliati e non potrebbero esserlo perché sono come fogli ancora non scritti. Siamo noi genitori che molto, troppo spesso, non abbiamo chiaro quanto sia fondamentale il nostro ruolo. Sarebbe ora di capire che l’educazione non inizia a tre, quattro o sei anni perché prima i bimbi capiscono poco.
L’educazione inizia dalla nascita e forse ancor prima perché anche le scelte fatte durante la gravidanza possono influenzare la salute, non solo fisica, del feto.
Dunque per avere dei bimbi che dormono serenamente la strada è lunga e spesso tortuosa. Nessuno di noi ha il segreto delle ninne e paradossalmente far dormire un neonato potrebbe essere più semplice che far dormire un bambino dai due anni in su. L’importante, secondo il mio punto di vista, è di non dare ai nostri figli abitudini sbagliate soprattutto se partono da nostre esigenze piuttosto che da un loro reale bisogno.
Ho visto bambini cullati a mo’ di montagne russe senza farsi venire il dubbio che tanta energia potesse essere irrispettosa. Ho visto bambini addormentati al seno per mesi e poi ad un certo punto mamme sfinite che vorrebbero che come per magia i figli iniziassero a staccarsi e a dormire da soli. Ho visto bambini iper stimolati da canzoncine, gesti e giochini vari ad orari in cui normalmente avrebbero già dovuto dormire.
Insomma ho visto molti comportamenti sbagliati dei genitori. Credo che l’unica via davvero percorribile sia quella dell’osservazione, per capire le loro esigenze, e della tranquillità. Quando si ha un neonato in casa ma anche un bimbo più grande è necessario trasmettergli serenità, pacatezza, dolcezza e soprattutto va rispettato.