L’argomento dell’allattamento notturno è molto sentito dalle mamme, perché doversi svegliare costantemente ogni notte per diverso tempo non è assolutamente facile. Eppure si è disposti a farlo per il proprio bambino. Ma quanto dura questo periodo? E soprattutto, finirà mai? O il bambino si abituerà e continuerà a farlo magari per anni? Anche sul gruppo Le mamme di MestiereMamma è un argomento molto dibattuto.
Farsi queste domande è legittimo, non è indice di mancanza di senso materno ma più di presenza di senso pratico e di voglia di emancipare il proprio bambino e farlo crescere nella maniera corretta. Perché la preoccupazione principale di una mamma è che il proprio bambino cresca sano ed emotivamente stabile. Vediamo allora cosa aspettarsi quando si inizia lo svezzamento notturno. Il termine svezzamento non è proprio corretto ma lo useremo per indicare la volontà di interrompere le poppate notturne.
Il latte materno è un’incredibile fonte di nutrimento per il bambino, che consente alla mamma di trasferirgli molte proprietà immunologiche. Quindi è un’ottima cosa allattare il bambino durante i suoi primi mesi di vita. Inizialmente il bambino si sveglia ad intervalli più o meno regolari con il desiderio unicamente di nutrirsi e questo processo rimane attivo anche durante la notte.
Arrivare a dormire una notte intera è un processo graduale che ogni bambino affronta con modalità diverse e con tempi diversi, un po’ come iniziare a parlare o a camminare. Molto dipenderà dalla sua attitudine, così come dall’ambiente che lo circonda e dalle attenzioni dei genitori. Quindi sì, è possibile fare qualcosa per incoraggiare il bambino a dormire di più durante la notte, ma occorre comprendere se è il momento adatto per lui. Se vediamo che nonostante i nostri sforzi non si raggiunge l’obiettivo, magari bisogna riprovarci più avanti.
Dicevamo che è possibile sicuramente incoraggiare il bambino a dormire di più durante la notte e di conseguenza a diminuire fino ad eliminare l’allattamento notturno. Vediamo insieme quali sono alcune accortezze che i genitori, in particolare le mamme, possono mettere in pratica per raggiungere l’obiettivo.
Come prima cosa, bisogna cercare di capire se il bambino avverte qualche disagio durante la notte che lo porta a svegliarsi. Il disagio potrebbe originarsi da vari fattori come la dentizione, la temperatura troppo alta o troppo bassa della stanza, una cattiva digestione degli alimenti solidi che ha assunto la sera prima, il reflusso o qualche tipo di allergia, raffreddore, otite o eruzioni cutanee. Qualsiasi di questo disagio potrebbe portare il bambino a svegliarsi senza desiderarlo davvero e di conseguenza a ricercare il conforto del seno materno. Se si cerca di lavorare su queste fonti di disagio il bambino potrebbe arrivare a svegliarsi molto meno di notte e, quando sarà pronto, a non svegliarsi affatto fino al mattino.
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La quantità dell’allattamento diurno influisce notevolmente sull’appetito che il bambino potrebbe avere durante la notte. Se si allatta il bambino più frequentemente durante il giorno, assorbirà più nutrimento e chiaramente di notte potrebbe riuscire a dormire più tranquillo. Anche la qualità dell’allattamento diurno è molto importante, in quanto se il bambino si distrae molto mentre mangia, continuando a staccarsi dal seno per guardarsi intorno, questo influisce sulla quantità di latte che riesce a bere e potrebbe spingerlo a svegliarsi di notte per assumere la quantità necessaria di latte che non è riuscito a raggiungere durante il giorno.
Quindi un buon metodo è allattare il bambino in una stanza priva di distrazioni, con luce fioca e poco o nessun rumore. Bisogna comunque anche in questo caso ascoltare il bambino per percepire le sue esigenze. Nonostante tutte le nostre accortezze potrebbe comunque svegliarsi con il desiderio di uno “spuntino”, proprio come a volte può succedere a noi adulti. Quindi non prendere mai per scontate le esigenze del bambino.
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Le routine sono molto importanti per i bambini, arrivano ad essere il loro punto di riferimento comportamentale. Si può iniziare a svilupparle anche quando sono molto piccoli. Ad esempio, si può iniziare allattando il bambino appena prima di metterlo a letto, così può addormentarsi con un confortante senso di sazietà. Inoltre, il bambino non dovrebbe essere portato a letto quando è molto stanco, quando proprio non ce la fa più a stare sveglio. Questo perché i bambini se sono troppo stanchi potrebbero avere difficoltà ad addormentarsi. Quindi appena lo vediamo mostrare i primi segni di sonnolenza, portiamolo a letto e se non ha ancora preso il latte, allattiamolo approfittando del momento.
Il luogo dove il bambino dorme fa parte di questa importante routine serale/notturna. Molti genitori potrebbero preferire far dormire il bambino nel letto insieme a loro, per evitare che la mamma debba alzarsi quando il bambino si sveglia e possa allattarlo da distesa. Spesso i genitori hanno constatato che il bambino dorme di più così e hanno poi iniziato a dormire per tutta la notte in maniera naturale, senza troppo sforzo. Altri invece fanno addormentare il bambino nella sua culla vicino al letto o nella sua stanza per poi passarlo al lettone durante la notte quando si sveglia.
Non c’è un modo più efficace di altri, l’importante è trovare un equilibrio che vada bene per tutta la famiglia. Questo perché ci sono anche alcuni genitori che non riescono a riposare bene avendo il bambino nel loro letto. C’è da dire che soprattutto quando sono piccolini sarebbe opportuno non farli dormire in mezzo, per questioni di sicurezza, ma avere una culla accanto al letto se proprio si vuole evitare di alzarsi.
Quando il bambino inizia a farsi più grandicello, può essere utile limitare l’accesso al seno durante la notte in maniera dolce e graduale. Una volta allattato, ad esempio, si può portare il bambino nel suo lettino lontano quindi dalla mamma, in modo da non incoraggiarlo a cercare il seno per via della sua vicinanza ad esso. Anche indossare un pigiama che non favorisca l’accesso al seno in modo eccessivamente semplice per il bambino può incoraggiarlo a capire che non deve ricercarlo durante la notte.
Se i genitori si rendono conto che il risveglio notturno del bambino non è più legato principalmente all’esigenza di nutrirsi ma è diventata più un’abitudine o un bisogno di attenzioni, potrebbero accordarsi per una collaborazione. Il papà potrebbe soccorrere il bambino durante la notte per dargli un po’ d’acqua, cullarlo o semplicemente stargli vicino per farlo rilassare. Alla vista del papà il bambino ovviamente non cercherà il latte ma capirà che la sua è più un’esigenza di conforto. Questo tipo di esigenza potrebbe aumentare se il bambino trascorre poco tempo con la mamma durante il giorno e quindi tende a ricercarla durante la notte per avere più contatto con lei.
Quando il bambino ha compiuto un anno o poco più, la mamma può provare a spiegargli che durante la notte il latte è off limits. All’inizio il bambino non capirà di cosa stiamo parlando ma se gli viene spiegato costantemente tutte le sere, magari dicendogli che anche il seno deve riposare, smetterà di chiederlo. Se viene comunque avanzata una richiesta durante la notte, la mamma può dire al bambino che lo potrà fare dopo o al mattino.
Ovviamente se la mamma percepisce che il bambino non lo richiede solo per abitudine ma ha davvero esigenza di nutrirsi dovrà prestare attenzione. Come dicevamo prima, se invece la richiesta del seno è evidentemente solo un’esigenza di conforto, si può sostituire l’allattamento con un massaggio, portando al bambino un bicchiere d’acqua o cantandogli una dolce ninna nanna. Ricordiamo sempre che svegliarsi di notte è qualcosa che i bambini non continueranno a fare per molto tempo. Si tratta di un comportamento temporaneo, che non deve preoccupare i genitori. Se però i genitori ne iniziano a risentire notevolmente allora è giusto iniziare ad incoraggiare il bambino a non prendere più il latte di notte seguendo alcuni dei metodi di cui abbiamo appena parlato, fino ad indovinare quello più adatto.
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