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Perché non fare homeschooling (e i casi in cui ha senso)

Da qualche tempo, l’homeschooling sta prendendo sempre più piede, anche in Italia. Mi sono informata un po’ a riguardo ma sentivo davvero il bisogno di parlarne con delle professioniste.

Nell’intervista alle pedagogiste Rossini – Urso abbiamo approfondito anche questa tematica e ve ne parlo in questa ‘puntata’ (così ho chiamato gli articolo in cui ho suddiviso l’intervista). Se non avete tempo di leggere potreste ascoltare l’intervista completa cliccando PLAY in fondo all’articolo.

Mestiere Mamma intervista le pedagogiste Rossini – Urso

Nonostante l’impegno di molti insegnanti, spessissimo le scuole non sono adeguate alle esigenze dell’infanzia. Spazi, strumenti, mobilio, aree verdi, numero dei bambini sempre troppo elevato per classe. I problemi sono molto ed è lecito che alcuni genitori riflettano sulla possibilità di praticare l’homeschooling. Nonostante tutte le carenze, mi sono convinta che andare a scuola è comunque un’opportunità di crescita per i nostri figli ma vorrei sentire il vostro parere.

In generale la scuola è l’opzione migliore perché, al di là dell’esposizione allo stress, solo vivere certe situazioni aiuta a imparare come comportarsi. Se si viene sempre mediati da qualcun altro non si fa mai esperienza diretta, che è assolutamente utile e vantaggiosa.

Ovviamente c’è anche lo stress positivo perché anche quando i bambini sono contenti di fare una cosa subiscono un piccolo stress emotivo ma proprio perché poi devono elaborare questa contentezza che dà loro ovviamente uno stimolo molto forte.

Poi c’è anche tutta la parte, che noi non consideriamo a livello di apprendimento ma che è importantissima, e cioè il rapporto con i pari. Sia a livello didattico che comportamentale, il rapporto con i pari è la cosa più efficace. I bambini imparano molto di più dagli altri bambini, affiancati dalla figura guida dell’insegnante, che non dal rapporto con un adulto. Il motivo è proprio perché, come dicevamo prima, il rapporto adulto-bambino è asimmetrico come dicevamo prima, quindi comunque c’è una differenza di linguaggio, di comportamento ma anche di emotività.

La capacità di provare quello che prova un bambino comunque noi possiamo cercare di recuperarla dalla nostra esperienza, cercando di fare uno sforzo immaginativo perché abbiamo tutte le competenze cognitive per farlo, però cosa prova un bambino, cosa pensa e come pensa lo sa soltanto un altro bambino.

Per cui, nel rapporto con i suoi pari il bambino cresce e impara di più, facendo esperienza di vita adeguata alla sua età. Per cui i vantaggi dell’andare a scuola sono indiscussi. L’homeschooling mi sembra una soluzione in caso di malattie particolari, magari con genitori che per motivi di lavoro viaggiano tantissimo e quindi cambiano collocazione molto spesso. Magari in questi casi potrebbe una soluzione perché forse sarebbe più stressante continuare a cambiare scuola e riabituarsi all’ambiente senza avere una continuità. Ma si tratta comunque di situazioni estreme.

Nella normale quotidianità, pur tenendo conto degli aspetti negativi, l’esperienza della scuola è comunque più formativa. Vale più la pena far fare questa esperienza al bambino rispetto al non fargliela fare.

Perfetto, molto chiara come risposta. Mi rendo conto che, come tutto quello che ruota intorno al mondo dell’infanzia, spesso nascono delle mode che non hanno una forte struttura alle spalle. Una moda chiaramente se è relativa ad un vestito non crea nessun danno ma se si parla di un metodo educativo può creare dei problemi abbastanza importanti. Per questo mi interessava molto avere la vostra opinione.

QUI TROVI L’INTERVISTA COMPLETA

MestiereMamma intervista Rossini-Urso

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