Avere dei bambini di due anni è come convivere con delle bombe ad orologeria. All’improvviso scoppiano in lacrime inconsolabili o hanno attacchi di rabbia. Gettano in terra ogni cosa gli capiti a tiro e gridano come aquile.
Se state vivendo tutto questo con i vostri figli allora siete i benvenuti del ‘meraviglioso’ periodo dei ‘terribili due anni‘ o ‘terrible twos‘. La bella notizia è che questa fase di difficile gestione è normale e comune a tutti i bimbi e che passerà.
In questo periodo i bambini imparano a conoscere il mondo ed il compito dei genitori è di aiutarli a districarsi fra le tante novità che dovranno affrontare. Se mamma e papà sapranno tenere duro non solo avranno dei figli ben educati ma riusciranno a creare anche un bellissimo rapporto.
Ma cosa succede ai bambini tra i 18 mesi e i 3 anni? Andiamo a vedere le peculiarità principali di questo periodo di crescita.
Si educa molto con quello che si dice,
ancor più con quel che si fa,
molto più con quel che si è.
Sant’Ignazio
I terribili due anni sono una fase complessa sia dal punto di vista emotivo che da quello pratico. La mamma è spesso il bersaglio principale degli atti di ribellione perché è principalmente da lei che il bambino deve distaccarsi.
La mamma può sentirsi molto stressata in questo periodo, perché i bambini richiedono moltissime attenzioni. La stanchezza può far perdere la pazienza e la serenità. Personalmente, avendo due bimbe piccole, mi sono data delle regole per sentirmi bene con me stessa e dare il meglio come mamma.
E’ difficile accettare l’allontanamento ma non bisogna cadere nella trappola del soffocamento e dell’eccessivo controllo. E’ un dovere dei genitori dare ai figli gli strumenti psicologici giusti per crescere bene.
Sono dell’idea che l’egoismo non può e non deve essere accettato né da una mamma né da un papà. Di fronte ai capricci chiediamoci sempre se noi grandi ci stiamo comportando nel modo giusto. Mettiamoci in discussione e agiamo con sicurezza e coscienza.
Un genitore sbaglia, non è un dramma. Ma deve chiedere scusa. Solo così potrà insegnare ad un bambino il rispetto. E’ difficile restare calmi di fronte ad ogni capriccio. L’importante è essere consapevoli che siamo noi genitori il punto di riferimento. Siamo noi a dover ristabilire la tranquillità e l’equilibrio.
E’ un duro lavoro, il più difficile di tutti ma essere genitore è meraviglioso. Significa donare ogni cosa di sé al propri figlio. Niente di più grande e importante si può fare nella vita. E quindi facciamolo bene.
Ho due bambine e la più grande, Alice, ha da poco superato i due anni. Questo articolo nasce proprio in seguito alle difficoltà che io e mio marito abbiamo riscontrato nella gestione della gnoma. Fino ai due anni sembrava tutto facile. Ci ascoltava, dormiva nel suo letto, mangiava quello che le preparavo…
Poi è finita la pacchia, perché ha scoperto i capricci. Ormai ogni cosa è una lotta di potere. Ci sono giornate più serene e altre nelle quali si arriva alla sera con i capelli dritti. Fino a due mesi fa, il bagnetto era una tragedia. Non voleva farlo e urlava tutto il tempo. Ora, invece, urla perché non vuole più uscire dalla vaschetta.
Ci sono correnti di pensiero sull’educazione che sostengono che i capricci non esistono. In effetti, non hanno tutti i torti. Con molto tempo a disposizione e tanta, tanta ma davvero tanta pazienza i nostri figli non piangerebbero mai.
Purtroppo, però, il tempo spesso è poco, perché la mattina ci si deve vestire entro una certa ora e non possiamo arrivare a pranzo in pigiama. Perché bisogna lavarsi, mangiare, pettinarsi e via dicendo. Perché mamma e papà ce la mettono tutta per stare con Alice ma poi devono anche andare a lavorare, gestire la casa…
Insomma i bimbi pretendono moltissima attenzione ed è meraviglioso potergliela dare. Ma siamo sicuri che vadano assecondati sempre? Secondo il mio punto di vista è necessario che imparino ad essere autonomi.
Con Alice cerco sempre di essere molto chiara e di prepararla sui programmi della giornata o anche solo della prossima ora. Quando stiamo insieme le dedico sempre del tempo per giocare. Mi faccio aiutare in piccole faccende domestiche perché lei ci tiene molto. E poi le spiego che per un po’ dovrà giocare da sola perché mamma ha da fare.
La sincerità finora non mi ha mai tradito. Lei capisce le mie esigenze e tutto fila liscio. Certo in alcuni momenti sono io a dover attendere i suoi tempi e a rispettare i suoi spazi. Ma il rispetto è la base di ogni rapporto, anche tra genitori e figli. Se deve fare il bagnetto le propongo di scegliere: “Alice vuoi farlo subito o dopo aver disegnato?” Lei fa la sua scelta ed accetta più volentieri anche i doveri.
E’ un tira e molla continuo, a volte snervante ma è una fase importante della crescita. La ribellione serve a farle prendere coscienza di se stessa e non sarebbe normale se mi dicesse sempre di sì. La brutta notizia, per me, è che a breve questa fase inizierà anche per la piccola Susanna e allora sì che sarò definitivamente esaurita.
E voi come avete affrontato ‘i terribili due anni‘?
Se volete confrontarvi con altre mamme sulle difficoltà di alcuni fasi della crescita dei vostri figli, vi aspetto sulla pagina Facebook di MestiereMamma o sul gruppo Le Mamme di MestiereMamma.
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