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Adolescenti e bullismo: come capire se tuo figlio è vittima dei bulli

Negli ultimi anni le cronache hanno riportato decine di casi che rappresentano, con tutta probabilità, solo l’iceberg di un fenomeno che sta preoccupando sempre più genitori e insegnanti: il bullismo e cyberbullismo. Storie di adolescenti presi di mira dal branco e che affrontano, il più delle volte da soli, aggressioni e soprusi. Come aiutare i nostri figli se dovessero divenire vittime di bullismo in tutte le sue sfaccettature? Vediamo prima di comprendere cosa si intende per bullismo e come il comportamento dei nostri figli può suggerire se ne siano vittime.

Cos’è il bullismo

‘Il bullismo’, cita così un dizionario on line, ‘è una forma di comportamento violento e intenzionale, di natura sia fisica sia psicologica, oppressivo e umiliante, ripetuta nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione, come bersagli facili e/o incapaci di difendersi’.

Il termine è principalmente utilizzato per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici e, più in generale, di contesti sociali riservati ai più giovani. Si parla di Cyberbullismo quando questo comportamento viene perpetuato on line.

Questi comportamenti sono sempre più frequenti e si presentano già dai primi anni di scuola, quando i bambini hanno tra i 3 e i 6 anni. Ovviamente il binomio adolescenti e bullismo è riferito al periodo di picco di questi atteggiamenti che si avrà fra i gli 11 e i 17 anni.

Bullismo: la chiave per sconfiggerlo

È fondamentale, per aiutare i nostri figli, instaurare e mantenere le linee di comunicazione aperte tra noi genitori e loro. Devono sentirsi liberi di parlarci di qualunque problema, dei loro sentimenti o dubbi senza sentirsi giudicati. Devono sentire che all’interno della famiglia troveranno sempre l’aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno.

Perché è cosi importante questa libera comunicazione? Perché i bambini potrebbero vergognarsi o avere paura di raccontare cosa gli sta succedendo. Potrebbero non rendersi nemmeno conto di essere vittime di bullismo.

In questo caso l’abilità di un genitore sarà evidente dall’ascoltare ciò che viene detto e soprattutto da ciò che viene taciuto ma che certi comportamenti evidenziano. Un buon rapporto con i figli si crea fin dalla nascita e cresce pian piano.

Adolescenti e bullismo: segnali a cui prestare attenzione

Sono molteplici i segnali d’allarme indicanti che qualcosa non va. Naturalmente non è detto che se vostro figlio manifesta uno o più di questi sintomi sia vittima di bullismo. Potrebbe dipendere da altri fattori. L’adolescenza è un periodo delicatissimo che potrebbe presentare molte problematiche. Qui trovi tutti gli articoli dedicati agli adolescenti. Importante quindi, oltre la sintomatologia, un dialogo aperto con vostro figlio e in seguito anche con gli insegnati/professori.

Ecco un elenco dei campanelli d’allarme a cui un genitore deve prestare attenzione:

  • Il bambino torna a casa con abiti, libri o altri oggetti strappati, danneggiati o mancanti. I bulli spesso usano questi metodi per impaurire le loro vittime.
  • Ha tagli, lividi e graffi inspiegabili.
  • Ha pochi amici, se non nessuno, con cui trascorre il tempo.
  • Sembra aver paura di andare a scuola o di partecipare ad attività organizzate con gli altri studenti.
  • Trova scuse per non andare a scuola.
  • Ha perso interesse per le attività scolastiche e improvvisamente inizia ad andare male a scuola.
  • Al ritorno da scuola appare triste, lunatico o depresso.
  • Si lamenta frequentemente di mal di testa, mal di stomaco o altri disturbi fisici ma se lo portare dal dottore questi riscontra una salute perfetta.
  • Ha difficoltà a dormire o fa spesso brutti sogni.
  • Sperimenta una perdita di appetito.
  • Appare ansioso e soffre di scarsa autostima.

I bambini con disabilità possono avere un rischio maggiore di essere vittima di bullismo rispetto ad altri bambini.

Se ci dovessimo accorgere che nostro figlio è vittima di bullismo, la prima cosa da fare è non perdere la calma, non reagire in modo eccessivo, né incolpare il bambino o noi come genitori. Assicuriamo i nostri figli che li amiamo e che possono contare su di noi. Aiutiamoli a capire che non sono loro che si devono vergognare.

Cosa fare se pensiamo che nostro figlio sia vittima di bullismo

La prima cosa da fare è parlare con nostro figlio. Probabilmente non basterà chiedergli: ‘sei vittima di bullismo?’ Potreste provare a tastare il terreno chiedendo se sa cosa è il bullismo e se nella sua scuola c’è qualcuno che si comporta come un bullo.

Una frase di questo tipo potrebbe aiutare vostro figlio ad aprirsi: “Sono preoccupato per te. Ci sono ragazzi a scuola che ti prendono in giro o ti trattano male?”, “Lo fanno in modo cattivo?”, “Ci sono bambini a scuola che ti escludono di proposito?”, “Ci sono bambini a scuola che non ti piacciono? Perché non ti piacciono?”

Altre domande importanti: “Hai amici speciali a scuola quest’anno? Chi sono? Con chi esci?”, “Con chi ti siedi a pranzo e sull’autobus?”

È importante parlare anche con gli insegnanti per capire le dinamiche all’interno della classe o se loro hanno visto atteggiamenti allarmanti. Non aggrediteli e non giudicateli. Partite dal presupposto che siete dalla stessa parte. Condividete le vostre preoccupazioni. Probabilmente insieme riuscirete a fare molto per evitare che il maltrattamento continui.

Anche se dovesse succedere che un figlio diventi vittima di un bullo, un genitore attento e amorevole saprà proteggerlo.

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